I 70 anni di Fiorenzo
di Beatrice Lundmark

L’atletica: un grande amore, la passione di una vita intera. Fiorenzo Marchesi ha dedicato più di 50 anni della sua vita all’atletica, da quando ne aveva 17 fino a oggi, e probabilmente lo farà ancora per molti anni, sia come atleta, sia come allenatore, con un palmarès d’eccezione che include diverse medaglie ai campionati svizzeri, 35 selezioni con la nazionale, 6 partecipazioni in Coppa Europa, 5 campionati europei indoor (4 volte in semifinale e una volta in finale!), un campionato europeo all’aperto nei 110 H (semifinale), 3 titoli mondiali e 4 titoli europei Master.

I primi passi in questo splendido sport li ha mossi verso la fine degli anni Cinquanta, quando le piste erano in carbonella, una sorta di terriccio nero tipo quello dei campi da tennis (il Tartan non era stato ancora inventato), il cronometraggio era manuale, non c’era il photofinish bensì un filo di lana all’arrivo e chi lo toccava per primo vinceva, e i tempi venivano presi manualmente da alcuni cronometristi posizionati su una scaletta presso l’arrivo. Ma per rivivere l’ambiente e le emozioni di queste gare ce ne parla proprio Fiorenzo che le ha vissute in prima persona: “A Lugano l’appuntamento era fisso, tutti i giovedì sera; eravamo un gruppo molto affiatato, ci si trovava e si decideva sul momento che gare fare, ovvero: c’era in calendario la data della gara, ma non il programma, che veniva deciso sul posto dagli atleti, senza tutte le complicazioni che ci sono oggi per organizzare un meeting. Io all’inizio mi allenavo per il mezzofondo, ma ho fatto anche diverse gare di decathlon e ho provato quasi tutte le discipline, ricordo le gare di salto in alto e salto con l’asta dove si atterrava in sabbia e non era facile rimanere integri, anche perché si saltavano già delle belle misure, con l’asta saltavo 3,20 m e una volta cadendo mi sono rotto un polso… Poi ho capito che la mia disciplina erano gli ostacoli; nelle prime gare che ho fatto non c’erano ancora i blocchi di partenza, si scavavano delle piccole fosse dove mettere i piedi per darsi la spinta e partire; non si provavano quasi mai gli ostacoli nel riscaldamento per non rovinare la pista. Ricordo inoltre le discussioni all’arrivo, i cronometristi erano in 4 a prendere il tempo del primo che arrivava e solo uno sul secondo e sugli altri, quindi c’erano sempre contestazioni. Le gare una volta erano così, più amatoriali, più divertenti c’era meno l’oppressione del risultato, eravamo un gruppo di amici che si trova il giovedì sera e decideva il programma della serata.” 

Nonostante l’ambiente amichevole e rilassato, i risultati c’erano eccome! Fiorenzo arrivò diverse volte in semifinale ai Campionati europei e una volta addirittura in finale, uguagliando un record europeo sulle 50 yard ostacoli e 4 record svizzeri indoor. “Per questo devo soprattutto ringraziare i miei allenatori, in particolare Probst e Calvesi, che mi hanno insegnato molto. Ricordo una volta al meeting internazionale di Viareggio, prima delle Olimpiadi di Monaco, l’allenatore di 4 atleti americani tra cui Davenport e Milburn, che poi vinsero l’oro e l’argento ai Giochi, disse ai suoi atleti di guardare la mia tecnica sugli ostacoli e che erano fortunati che correvo i 100m in 10’80 e non in 10’40, altrimenti rischiavano… 

Grazie a Probst e Calvesi ho anche ottenuto 3 limiti per i Giochi Olimpici, ma poi la federazione non mi ha portato… Negli anni ’80, vista la mia lunga esperienza, ho deciso di iniziare ad allenare e ho portato diversi atleti a fare medaglie ai campionati nazionali, Chico Cariboni, Mimo Balestra, Nathalie Zamboni, Monica Pellegrinelli che partecipò anche ai Mondiali di Tokyo nel 1991 e Paolo della Santa alle Olimpiadi di Sydney nel 2000, per citarne alcuni. Come allenatore ho sempre cercato di studiare il programma in base alle caratteristiche dell’atleta e di trasmettere la mia esperienza e la mia passione. A livello emotivo è un’esperienza molto coinvolgente: quando i miei atleti gareggiano e vanno bene, mi emoziono; a volte, se dopo la gara scompaio e non mi trovate, è perché vado in disparte a sfogare le mie emozioni..” 

Fiorenzo Marchesi è tutto questo, un grande atleta, un grande allenatore, un grande uomo; appassionato, severo ed esigente, ma con un grande cuore … Non dimenticheremo mai quello cha ha fatto per la nostra atletica, un grande grazie e tantissimi auguri per l’importante traguardo dei 70 anni!

 Attività 2011