Enrico Rondi… e il GAB
di Mirko Tamò

Non è facile intervistare un personaggio come Enrico Rondi. Lo incontro in una giornata di nebbia, fuori è già buio. Ci sediamo, con calma e precisione lui comincia a raccontarmi la sua storia. Una storia che lo lega al Gruppo Atletico Bellinzona da più 50 anni.

Mi dice: “Erano gli anni ’60 quando su consiglio di un compagno di scuola mi recai la prima volta allo stadio e ci restai, al contrario dell’amico.”

Sebbene comincia  a seguire un gruppo di mezzofondisti, tra cui Marco Montalbetti e Roberto Curti, il giovane Enrico si cimenta in diverse discipline sotto la guida Sergio Sulmoni ed Enrico Curti. Frequentando il liceo a Lugano, ha l’occasione di allenarsi a Cornaredo sotto gli occhi vigili di due maestri degli ostacoli come Victor Probst e Fiorenzo Marchesi. È proprio sugli ostacoli che Enrico conosce i suoi primi successi. Nel ’66 partecipa per la prima volta ai Campionati svizzeri giovanili nei 200m ad ostacoli. Una giornata incredibile, cominciata con il viaggio compiuto in treno fino a Losanna, e una serata dallo spettacolare ambiente, infatti la gara è durante la pausa della partita Losanna – Moutier e quindi con gli spalti pieni. (Ride) Quella gara la vince e come scopre l’anno dopo presso i Campionati svizzeri giovanili a Thun, ha pure realizzato la miglior prestazione svizzera di categoria. Lo scopre quando il nuovo campione svizzero, Hansjörg Haas (grande atleta e grande uomo) gli soffia il record svizzero. Lui non può farci nulla, se non vincere il titolo svizzero della categoria superiore, giungendo al traguardo con una frattura da stress a un piede fratturato. 

Dopo la scuola reclute Enrico si trasferisce a San Gallo per continuare i suoi studi. Nonostante le difficoltà linguistiche, è proprio oltralpe che Enrico comincia ad allenarsi sul serio. Una carriera lanciatissima sui 400m ostacoli, che purtroppo termina subito. Durante una gara sui 110mh Enrico si strappa, lo strappo è netto e lo obbliga a lasciare l’atletica.

Negli anni ’70, finisce gli studi e torna in Ticino. Enrico viene invitato allo stadio dall’allenatore GAB Carlo Rezzonico. Mancano allenatori per le giovani leve e Rezzonico vede in Enrico un valido aiuto. All’inizio Carlo ed Enrico collaborano, ma l’addio del primo obbliga Enrico a un maggiore impegno nelle vesti di coach. I primi ragazzi che allena sono le annate ’63-’64-’65, tra cui spiccano personaggi come Monica Pellegrinelli, Claudia Rampa, Paolo Trosi, Sergio Morisoli, Enrico Cariboni e Aurelio Botta. “Mi ricordo di un ragazzo in particolare, arrivò allo stadio e subito cominciò a correre avanti e indietro con gli stivali come un pazzo (il pazzo con gli stivali?). Era Mimo Balestra, che proprio pochi giorni dopo fece il debutto in un evento contro gli atleti di Verona.”

Arrivano gli anni ’80, e per Enrico è ora di fare un ulteriore passo avanti. Approda nel comitato GAB come vice-presidente. Sono anni d’oro per il GAB, che conta circa 290 tesserati e ha tra le sue file molti validi allenatori.

A Enrico viene chiesto più volte di  occupare la funzione vacante di presidente del GAB, ma lo diventa solo nel ’87. “Come responsabile il mio intento è sempre stato quello di evitare un One-man show. Credo che sia molto importante non basare una società solo su una persona. Sia nel GAB, che nella mia carriera professionale ho sempre cercato di diventare, se così si può dire, inutile, così da sapere che le cose potevano andare avanti benissimo anche al mio addio.”

È proprio lui, che nel 1980 porta per la prima volta gli atleti GAB a St. Moritz. “Si cominciava a parlare di allenamento in altura e quindi anche noi valutammo di spostarci in Engadina per allenarci, fu un progetto ambizioso ma si rivelò una scelta azzeccata. È sempre stato molto interessante poter veder i grandi atleti allenarsi e potersi confrontare con allenatori e medici delle varie nazionali.”

I risultati sotto la sua presidenza non si fanno attendere, nel ’88 alle olimpiadi di Seoul sono ben due gli atleti GAB al via: Martine Bouchonneau e Marco Rapp. Le finanze GAB sono riportate in buono stato. “Per ripristinare le casse dovemmo agire in modo molto semplice: spendendo meno di quello che incassavamo. Sembra scontato ma bisogna imparare a spendere per l’essenziale senza fronzoli. In pratica seguire il principio del vola bass!“. Con l’aumento del livello sportivo degli atleti, ci fu la richiesta di fare un salto verso il professionismo. La presidenza passa a Sergio Morisoli, ma Enrico non resta molto lontano dall’atletica.

Data la sua conoscenza nelle varie discipline e i suoi brevetti G+S torna ancora a curare le discipline tecniche, facendo da coach a Luca Romerio, che allena fra gli altri Velibor Kristic nel salto con l’asta, portandolo a saltare fino a 4m e 40cm.

Enrico è tutt’oggi esperto giudice arbitro, funzione svolta in diversi campionati svizzeri e meeting fra cui il Weltklasse di Zurigo. Nel 2014 coglie l’opportunità e partecipa come volontario ai Campionati europei di Zurigo. “È stata un’esperienza memorabile. Purtroppo l’atletica professionistica oggi è sempre più commercializzata. Tutto gira attorno ai soldi e viene a mancare il vero spirito dello sport, non si corre più per la propria salute, per essere parte di un gruppo o per rappresentare il proprio Paese.” 

Quasi con un po’ di amarezza e incertezza verso il futuro di questo bellissimo sport, terminiamo il nostro piacevole incontro. Una cosa però è sicura, Enrico e il GAB ancora non si separano.

Attività 2015