Un Brunello… enciclopedico
di Tamara Winkler

Brunello Margni è nato a Medeglia nel 1944, dando avvio alla sua carriera atletica nel ‘59, all’età di 15 anni. In 30 anni di attività ha difeso i colori di varie società (Isone, SFG Bellinzona, SFG Lugano, SAB, Virtus Locarno) per approdare infine al GAB, società con la quale ha realizzato magnifici risultati e collezionato e catalogato indelebili ricordi, prima come atleta, poi come allenatore e prezioso collaboratore.

Fortissimo mezzofondista: 25 titoli di campione ticinese, plurimedagliato ai campionati svizzeri, ha girato la Confederazione e il Vecchio continente prendendo parte, con successo, a vari campionati nazionali e europei dei ferrovieri, aggiudicandosi 8 titoli svizzeri, 7 argenti e due bronzi e buoni piazzamenti continentali. Da non dimenticare, infine, anche il suo terzo posto alla Morat-Friborgo nel 1983, come pure il terzo rango alla prestigiosa Stramilano, nel 1982. 

Su pista, su strada e nei cross Brunello ha sempre dato del filo da torcere ai suoi avversari. 

Banca dati: primati personali, record, date importanti, numero e metallo delle medaglie, titoli ticinesi, svizzeri, continentali e oltre, al nostro Brunello nulla sfugge e tutto trascrive con meticolosa cura nei suoi annali e nel libro, infallibile, della sua memoria. Quando ci siamo incontrati per questa intervista, mi ha portato un suo prezioso classificatore, nel quale conserva, con dovizia di particolari e un ordine per me (purtroppo) inconcepibile, tutti i suoi risultati dal 1959 all’anno della caduta del muro di Berlino; 30 anni di date e tempi, che rivelano molto della sua passione per l’atletica e per le cifre.

Record: indimenticabile, impressionante e quasi inossidabile è il suo record  ticinese juniores sui 1000m, messo a segno il 19 agosto 1962 e resistito per ben 47 anni, fino al 2009. Due giri e mezzo percorsi senza alcuna preparazione specifica nello strabiliante tempo di 2’32’’6, su una pista ancora in carbonella. 

Unbelievable: ho preso in prestito un aggettivo dall’inglese per meglio descrivere il nostro personaggio. Incredibile, sotto vari aspetti. Provvisto di un innegabile vena umoristica, perché la nostra chiacchierata insieme è stata davvero simpatica. In altre parole: unico. Il Gab è stato ed è importante per Brunello, ma l’affetto è senz’altro reciproco.

Nicola: il figlio, noto giornalista sportivo, con un passato da mezzofondista. Nicola e Brunello sono sempre presenti a bordo pista o sui campi da cross per raccontare o commentare, come solo gli insider sanno fare, ciò che accade sui vari terreni di gara.

Engadina: all’aria sottile di Celerina, Brunello ricorda di aver trascorso momenti indimenticabili, prima come atleta, poi come allenatore. “L’Engadina era una meta irrinunciabile, fui il promotore delle gite in rampichino nella ripida e fiabesca Valle di Fex e in Val Roseg, dove al termine delle nostre pedalate ci aspettavano delle buonissime torte”. Brunello fu anche il pioniere delle fantastiche gite in capanna che, grazie al capocorso Giorgio Meneghetti, vengono riproposte tutt’oggi con immutato successo.

Locomotiva…umana: deve aver carpito dalle locomotive, di cui si è per anni dedicato per lavoro, il segreto della loro ferrea resistenza…Nella sua incredibile carriera atletica Brunello ha, infatti, macinato oltre 100’000 km, tenendone orgogliosamente nota in maniera più affidabile e scrupolosa dei moderni orologi satellitari! 

Linea del traguardo: della sua lunga e brillante carriera atletica Brunello non si ricorda solo il numero dei traguardi tagliati, ma anche chi, con lui, condivise fatiche, speranze e gioie. Fra questi mi racconta con emozione di Roberto Curti, suo fortissimo compagno di squadra e avversario nei mille metri, persona gentile e umana, purtroppo prematuramente scomparsa.  Brunello ricorda con piacere anche i fratelli Scalena, tra cui Franco, “atleta indimenticabile, il Van Looy della situazione, sarebbe stato l’equivalente di un Cipollini nell’era moderna, un velocista incredibile, fortissimo in volata”. Brunello era un abile stratega, prima delle gare si concentrava sulle caratteristiche dei suoi avversari per impostare la sua corsa e riuscire a tagliare il traguardo per primo. “Prima di ogni gara ero sicuro di poter far bene, l’atteggiamento mentale è importantissimo. Non ho mai gareggiato per partecipare, correvo per vincere. La fiducia nei propri mezzi è indispensabile.”

Onnivoro: o…ddio, è una lettera ostica, cosa scrivere? Mi sarebbe piaciuto conoscere le preferenze alimentari di Brunello e sapere se, quando gareggiava, si curava, con la stessa precisione con cui archiviava i suoi risultati, anche dei cibi ingeriti. Alla domanda “quale cibo preferisci?” speravo dunque mi rispondesse di impazzire per gli ossibuchi, le omelette oppure di bere Ovomaltina tutte le mattine…la O mi sembrava un osso duro, come Brunello, in fondo… Ci ha però pensato lui a levarmi da qualsiasi imbarazzo, dicendomi di essere un perfetto esemplare di onnivoro, con una certa predilezione per orate e simili e per tutti i tipi di pasta… orecchiette in particolare.

Materiali GAB: oggi Brunello si occupa dell’archivio (chi meglio di lui?, ndr.) e della distribuzione del materiale sociale. Ha collaborato sin dalla nascita (1990) alla pubblicazione del bollettino annuale “Attività”, dove cura la parte dedicata alle statistiche. Tiene inoltre i conteggi delle presenze degli atleti Gab ai meeting per i sussidi Sport-Toto. Insieme a Giovanni Zamboni, Eli Monico e Stelio Ghisletta ha contribuito alla pubblicazione del libro per i 70 anni del Gab. È presente anche sui campi di gara in qualità di collaboratore Gab e giudice arbitro della Federazione svizzera di atletica.

Aneddoto: “La prima gara su pista la corsi allo stadio del Lido di Locarno nel 1959. Le piste allora erano in carbonella e venivano spianate con un rullo spinto manualmente. Dopo un po’ di giri di corsa restavano i solchi; immaginatevi come diventava il campo di gara con la pioggia…erano altri tempi.”

Rituali scaramantici: alzarsi dal letto sempre appoggiando per prima il piede sinistro, toccarsi il naso prima della partenza, indossare un indumento portafortuna…?  Mi interessava sapere se anche un atleta e una persona rigorosa come Brunello, ogni tanto scivolasse nella confortante irrazionalità dei rituali scaramantici pre-gara. Anche qui ha saputo stupirmi. “Non ho mai rinunciato ad un buon bicchiere di vino ai pasti. Per un periodo ho provato a farne a meno, ma visto che i miei risultati non ne traevano giovamento, sono tornato sui miei passi. Prima delle gare verificavo inoltre sempre che tutto fosse a posto. Controllavo la divisa, i chiodini, le stringhe, la borsa. Questo era il mio rituale, non volevo farmi sorprendere da brutte sorprese. L’ordine è sempre stato una mia prerogativa. In ogni ambito”.

GAB: “Per me è come una famiglia, un secondo amore. Devo molto al Gab. Pur avendo corso per tante società agli albori della mia carriera, provo per questo gruppo, di cui sono membro dal 1981, un attaccamento particolare. Per il Gab sono stato dapprima atleta e poi allenatore.” Nelle vesti di allenatore mi racconta di aver vissuto momenti di grande soddisfazione quando il suo pupillo, Numa Pedrazzetti, mise a segno una doppietta nei 100m e nei 200m ai Campionati svizzeri del 1989.

Neve e non solo…Ho conosciuto Brunello in palestra, è sempre stato un grande sportivo. Il 1989, l’anno del suo ritiro dalle competizioni, non siglò certo l’inizio di una vita da sedentario. A tutt’oggi si allena regolarmente tre volte alla settimana. Palestra, sci e bici sono i suoi hobby principali.
D’inverno ama in modo particolare recarsi sulla neve per praticare lo sci alpino. “Quando correvo seriamente gli allenamenti e le gare mi impedivano di praticare questo sport con regolarità. Oggi, che sono in pensione e ho più tempo libero…recupero il terreno ‘perduto’”!

Isone: Iniziò a garaggiare per la società atletica Isone nel 1959. Brunello abitava a Medeglia, comune limitrofo. La pista non c’era e non poteva svolgere allenamenti ritmati. Si allenava dunque per le strade del paese, prevalentemente la sera, da solo, quando tornava a casa dal suo apprendistato, al buio, perché di lampioni non ce n’erano. Per queste ragioni il primato personale di Brunello sui mille metri ha ancora di più il sapore dell’impresa incredibile. “Ho sempre creduto in quello che facevo, mi ha sempre accompagnato una grandissima passione, per cui tutto era più facile e aveva un senso”, anche correre al buio per le stradine di paese.

Un grande ringraziamento a Brunello che ha accettato la sfida di raccontarsi in un modo un po’ insolito, forse un po’ disordinato per i suoi canoni, col quale ha però condiviso con i lettori di Attività alcuni tra i moltissimi ricordi che custodisce, in perfetto ordine, e con la cura e l’attenzione che si rivolge alle cose che sono importanti, nei suoi archivi affettivi e cartacei.

Attività 2012